massimiliano maggi

Ircocervi di Maggi

Ircocervi di Massimiliano Maggi a cura di Nicola Micieli

In mostra.
15 gennaio - 03 aprile 2022
Area espositiva "Giardino Garzoni"
Chiostro Villa Garzoni

“Maggi non ha mai avuto una nozione astratta dello spazio, non lo ha mai rappresentato come tridimensionale con una qualche convenzione  d'ordine geometrico. Nemmeno nel senso del mero piano/superficie o fondo che dir si voglia, sul quale il segno si depositi stando al qui, mai presupponendo l'oltre. La superficie della carta è anzi per lui il diaframma osmotico d'uno spazio organico totalmente inclusivo dell'oltre, che Maggi dà sotto specie di nuclei generatori del segno e sovente di globuli oculari che dal profondo scrutano il qui. Che si scrutano e ci scrutano. E sono specole dell'oltre, evidenti segnali proiettivi del sommerso psichico contiguo alla fisiologia dello spazio organico e, junghianamente, dello spazio cosmico.

Il tutto si manifesta nella concretezza del segno lanciato a ordire le sue trame stereografiche, se è vero che il segno determina complesse strutture morfologiche delle quali si leggono, dicevo come in radiografia, gli strati e le articolazione interne. Sono un ampio campionario di figure dell'immaginario che ho chiamato ircocervi biomorfi, tra psichici e astrali. Nella loro eteronomia e varietà morfologica, esse hanno sempre, pur scomposta e ibridata, un rimando alla fisiologia e all'anatomia umana.

In particolare la testa, il cranio e il volto, con a fuoco gli occhi e la bocca e, in sezione, la "macchina" dei tessuti e del cervello, che è il motore dei sistemi fisiologici e dei processi cognitivi ed espressivi, del sogno e della prefigurazione. Vero e proprio archetipo generatore di infinite variazioni morfologiche - scomposizioni, scarnificazioni, deformazioni, metamorfosi,  notomizzazioni e manipolazioni genetiche - la testa è il leitmotiv del disegno di Maggi, e penso di poter affermare che davvero egli la profili in nuce, in modo automatico da vero surrealista, avviando molte sue opere nelle quali, una volta concluse, sarà magari difficile rinvenirne le tracce.

Sono dunque anzitutto radiografiche teste e volti umani in versione anche bionica

i fantastici ircocervi che popolano lo schermo grafico di Maggi, composti - o forse meglio scomposti - da linee dinamiche variamente filamentate intersecate modulate, come manifestazioni ambigue e mutanti di presenze aliene, emanazioni del profondo cosmico o psichico che lo si voglia considerare. Sono nuclei radianti e fasciami di fibre peduncolate, gangli e filamenti che si sviluppano in labirintiche reti neuronali. Sono racemi vegetali nodulati e ciliati che fanno pensare a macchinosi insetti o colonie di insetti mimetici, a inviluppi organici e reperti anatomicamente inclassificabili, portatori d'un erotismo naturalmente congenito al loro potenziale di inseminazione e propagazione della forma grafica dai punti e nuclei generatori nello spazio.”

Nicola Micieli

Biografia

Massimiliano Maggi è nato nel 1968 a Camaiore (Lucca), dove vive e lavora.

Pilota di moto da trial, ha partecipato a competizioni regionali e nazionali indoor e outdoor, specializzandosi in seguito in performance acrobatiche, dove tenta continuamente di oltrepassare i propri limiti e quelli del mezzo meccanico.

Autodidatta, predilige da sempre il disegno, sperimentando la tecnica a inchiostro, carbone e china, su carta e tavola; di recente ha scoperto la passione per l’incisione.

Sia nel piccolo sia nel grande formato, i tratti neri, come graffi dell’anima, tentano di dare voce al suo universo interiore, creando sentieri interrotti, senza meta e senza fine.

Mentre esegue le sue opere, ama ascoltare musica per organo: i suoi gesti vengono incalzati dalle note di Bach, Boëllmann, Guilmant, Saint-Saëns, Gigout.

Pur avendo alimentato e ampliato la sua produzione nel corso di tutta la vita, non ha mai mostrato la sua opera in pubblico fino al 2019, anno in cui ha organizzato la sua prima esposizione a Pietrasanta, proseguendo poi con personali e collettive.

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