Biografia
Biografia di Carlo Collodi
Carlo Collodi è lo pseudonimo di Carlo Lorenzini, giornalista e scrittore (Firenze, 1826-1890), figlio di Domenico Lorenzini, cuoco dei conti Ginori, e di Angiolina (Maria Angela) Orzali, figlia maggiore del fattore dei Conti Garzoni. Carlo nacque a Firenze e trascorse poi vari anni d’infanzia a Collodi, presso la famiglia materna. Più tardi, frequentò scuole religiose: a Colle Val d’Elsa dove fu in Seminario dai 12 ai 16 anni, e successivamente a Firenze presso gli Scolopi. La sua carriera come professionista della scrittura inizia a circa 20 anni d’età, quando redigeva i cataloghi commentati di una prestigiosa libreria fiorentina, per poi iniziare a pubblicare (1847) su "L'Italia Musicale", uno dei periodici specializzati più importanti dell’epoca. Il suo capolavoro conosciuto nel mondo, Le avventure di Pinocchio, è un’opera della sua maturità (1881-1883), quando era ormai famoso come giornalista e scrittore.
Da giornalista, fondò e diresse numerosi giornali, tra cui “Il Lampione”, che fu chiuso dalla censura dopo i moti del 1848, e che Lorenzini riaprì nel 1859, dopo il plebiscito per l’annessione della Toscana al Piemonte e la fine del Granducato. Su queste pagine, accanto agli articoli finemente umoristici, si trovano straordinarie vignette di satira politica.
Collodi è un vero intellettuale risorgimentale: si impegnò direttamente per l’Unità d’Italia anche come militare volontario, nel 1848 e nel 1860. Intanto, si era dedicato alla scrittura di drammi e racconti. Nel 1856 usò per la prima volta lo pseudonimo di Collodi, con cui firmò tra l’altro tutti i suoi libri per bambini e per le scuole.
Il suo primo libro per bambini fu pubblicato nel 1876: I racconti delle fate, traduzioni di alcune fiabe letterarie francesi (da autori come Perrault, Madame Leprince de Beaumont, Madame D'Aulnoy). Seguì una serie di libri per uso scolastico (1877-1890), nei quali le avventure di un personaggio servivano ad introdurre i concetti e le nozioni da imparare. Libri come Giannettino e Minuzzolo furono apprezzati e diffusi nella neonata scuola dell’obbligo italiana.
Nel 1881 pubblicò la prima puntata della Storia di un burattino sul “Giornale per i bambini”, uno dei primi periodici per l’infanzia in Italia. Sullo stesso giornalino pubblicò altre storie brevi, fra cui Pipì, o lo scimmiottino color di rosa, una sorta di continuazione autoironica di Pinocchio. Terminate le puntate - intanto il titolo era diventato Le avventure di Pinocchio - nel 1883 fu stampata la prima edizione in volume delle Avventure di Pinocchio: storia di un burattino.
Carlo Collodi ha avuto una vita ricca di esperienze umane e letterarie. Si trovano numerose testimonianze di questo nelle corrispondenze con colleghi ed amici, e nella biografia scritta da Paolo Lorenzini (Collodi Nipote).
Il Collodi morì improvvisamente a Firenze, dove risiedeva presso il fratello Paolo, nel 1890. E’ sepolto nella tomba di famiglia al il cimitero monumentale fiorentino di San Miniato al Monte. Le carte che conservava nel suo studio al momento della morte, dopo essere state selezionate dal fratello e dall’amico carissimo Giuseppe Rigutini, sono state donate e sono conservate alla Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze.
Rigutini è l’autore della targa commemorativa sulla casa natale della madre Angiolina Orzali a Collodi. La targa fu collocata due anni dopo la morte dello scrittore, in accordo con il Comune di Pescia.
Dal testo della targa si comprende il legame di Carlo con il paese di Collodi. All’epoca della sua morte era rinomato come giornalista, autore umoristico, scrittore di libri istruttivi e volontario per l’Unità d’Italia. Il valore artistico e pedagogico del suo capolavoro Le Avventure di Pinocchio è stato riconosciuto a partire dai primi anni del ‘900. Il successo in Italia e all’estero era già stato decretato dei lettori, e continua tuttora.
Per la biografia:
R. Bertacchini, Il padre di Pinocchio, Milano, Camunia, 1993
Cronologia, in: Carlo Collodi, Opere, a cura di Daniela Marcheschi. Milano, Mondadori 1995